A Carabuco, sulle sponde del lago Titicaca, vivono Stefano e Sonia con i loro due bambini e una cinquantina di adolescenti tra i più poveri della zona. Frequentano la scuola che li farà diventare bravi falegnami e vivono lì, insieme e a Stefano e Sonia. I più fortunati, quelli cha hanno ancora qualche legame familiare vero, il fine settimana tornano a casa (alcune ore di cammino su sentieri ripidi!).
Da questa scuola e dalle altre che l'Operazione Mato Grosso ha aperto sull'altipiano, escono ogni anno decine di ragazzi. Se non diamo loro l'opportunità di un lavoro, se non li teniamo ancora vicini a noi, a una vita semplice e buona, rischiano di perdersi nelle grandi città dietro alcol, droga, prostituzione, o semplicemente andranno a marcire in qualche miniera, o al servizio dei contrabbandieri.
Così abbiamo deciso di mettere in piedi una cooperativa di mobili, così possono tutti avere un lavoro sicuro. Ogni mobile realizzato viene pagato al ragazzo che entra in cooperativa e il rischio di non vendere se lo accolla l'Operazione Mato Grosso. Mi hanno chiesto di andare a sviluppare la parte commerciale, aprire un'esposizione in La Paz, cercare nuovi clienti, nuovi lavori. Non possiamo portare da mangiare a vita, dobbiamo offrire a questi ragazzi l'opportunità di essere autosufficienti, genitori un giorno, imprenditori di se stessi, artefici del proprio futuro.
Il fine settimana mi voglio togliere lo sfizio di aprire una scuola calcio per avvicinare tutti i bambini e i ragazzi più lontani dalla nostra missione.
Intanto, a un'ora di strada, nella missione di Santiago de Huata, due amici più folli di me stanno costruendo coi ragazzi un catamarano in legno di 11 metri: l'idea è di offrire pacchetti turistici con crociere sul lago e arrampicate sulle cime che toccano i seimila metri, lì a due passi.