mercoledì 22 dicembre 2010
Torno a casa.
Oggi vado in altipiano a salutare tutti e il 30 dicembre di nuovo in Italia.
Grazie di cuore a tutte le anime belle che mi sono state vicino da lontano in questi mesi, bellissimi.
Lavorare gratis per un ideale bello, per creare lavoro in una zona povera è roba da provà.
Nella foto la mia scrivania di Carabuco, dove nei fine settimana ho scritto tutto quello che avevo dentro, di sera, con la compagnia delle candele.
gracias,
massimiliano
domenica 19 dicembre 2010
Il piede che racconta
C'è un mondo
che ti mostra volti ricostruiti,
curve ritoccate e inutili nudità.
Da questa parte della sfera azzurra
tutto è al rovescio, tutto è a sud.
Primi a toccare terra
ultimi a congedarsi da lei.
I miei piedi piantano orme firmate
e la Pachamama non è ospite gradito
tra le lenzuola che mi scaldano di notte.
I piedi senza firma entrano nella terra
e lei entra in loro,
forse prova vergogna
o senso di colpa
per quelle piaghe, che parlano
di giorni tutti uguali.
Il sole con impeto
scolpisce ancora
la pelle segnata da raggi privi di scrupoli,
che, passionali di giorno,
di notte fuggiaschi come amante inaffidabile,
lasciano gelo e solitudine.
Mani e piedi, storie di vita
pochi sorrisi, nessuna lacrima,
tanti sguardi, persi all’orizzonte.
Un piede scappa, non mente
una mano ferisce, non tradisce.
Si può incrociare uno sguardo da un arto?
Questa è la Bolivia, questo è il sud del mondo.
martedì 14 dicembre 2010
ma il calcio è una cosa seria
e no, no signore belle,
va bene fare la calzetta
ma dare le spalle a 22 giovanotti
mentre si giocano caviglie e ginocchia
non vi rende onore.
E poi è la finale della Liga de Escoma
la seconda per importanza dell'altiplano.
Neanche il grido dall'esuberanza del puntero
o il lamento dell'arquero trafitto
vi distoglie dai ferri e dalla chiacchiera,
ciarlata sul filo tra castigliano e aymara.
Non desta interesse in voi
quale vessillo sventolerà sul colle
sbattuto dal vento sino alla prossima Liga
o quale pueblo odorerà di birra e orina
per due giorni di fiesta incosciente.
Eppur vi dico che il calcio
ce lo siamo inventato noi,
quando terminarono i trofei a cavallo.
Un uomo potrebbe anche morire
se non trova il modo
di battersi e sporcarsi in un 'arena,
stregato da sguardi cortesi
da legare alle sue gesta.
La vecchia campesina
Faccio la corsa con il sole,
lo vinco sempre,
riempio di oscurità le mie pupille
prima che si facciano piccole al suo arrivo,
anche in quei mesi
in cui il sentiero fino al mio cielo
è per lui in discesa.
Avrò più fame di lui,
più ansie di lui
il sole lo sa e mi circonda di calore
come nessun altri nel giorno.
Mi accompagna sino a quando
la sete dei miei animali
mi tira sino alle rive del lago.
Loro sono mia compagnia, mio tepore notturno,
mia guardia e, che Dio mi perdoni,
mio sostentamento
quando la terra è pigra e insolente.
Nella via di ritorno alle mie mura di fango,
con l'asinello carico come un condannato,
un obiettivo barbuto segue il mio affanno
mi cede il passo,
lo cede anche alle mie bestie,
alle mie miserie,
alla mia pena.
Mi curvo ancor di più
di quanto questo altipiano
non abbia già fatto in questi anni,
neanche saprei quanti.
Mi inerpico alla salita di casa mia,
in un arco di tempo che
neanche questo saprei dire quanto.
Quassù, dove il fiato è corto
e ti pieghi in avanti perchè ti sembri più lungo
il tempo ha solo tre ore
alba, mezzodia e tramonto.
Forse quel gringo sul fuoristrada,
con l'obiettivo in mano come un'arma,
appartiene a quella parte di mondo
dove la gente ha tante ore
da contare in un giorno,
che anche se me le danno a me
non saprei dire quante.
So contare solo quante volte
qualcuno mi ha ha fatto
attraversare la strada:
oggi, al tramonto.
L'asinello.
La prima volta da Nazareth a Gerusalemme,
per rispondere al censo imposto da Cesare.
La seconda volta
per riscaldare la celeste nudità
e le lacrime di gioia
del Falegname e della Vergine.
La terza volta per portare
la Sua futura missione
lontano, in Egitto,
al riparo dalla frustrazione
del re adultero.
La quarta volta per elevarlo
in trionfo, all'ingresso nella città
che, per causa sua,
si sarebbero contesi sino ai giorni nostri.
Il più asino tra gli esseri, l'asinello,
ha segnato i passaggi più succosi
della vita del Figlio dell'Uomo.
Sarà per questo che ai poveri
e ai bambini,
i più cari a Colui che l'abbandonò in croce,
lui, l'asinello,
il più asino tra gli esseri,
mai accenna rifiuto.
Sa fare l'asino solo
con chi sa essere superbo.
(i diritti di questa foto sono di Angelo Rossi, fotografo, volontario con la sua famiglia per l'OMG a Pachas, Perù)
giovedì 2 dicembre 2010
Le donne di Concepcion.
Nel vedervi camminare
sembra già vogliate fare conoscenza
degli sguardi maleducati che vi scortano.
Quando andate a scuola,
col grembiule bianco
e scarpe nere da ballerina,
fate venire voglia di tornare
tra i banchi a studiare.
A cavallo, in moto o in auto
chiedete al vento di dividersi
in due cori laterali
che si inchinano al vostro passaggio.
E il vento, povero uomo,
soccombe e ubbidisce lesto.
Da lontano tutte uguali,
da vicino sorrisi come tramonti,
ognuno con sfumature diverse.
Dentro il cuore
un passato diverso dall'altro,
e di notte
chissà quali sogni.
CHIQUITANIA
Verdi distese
stuprate dalla umana cupidigia
il cielo ha esaurito le lacrime
non versa pioggia su chi non la merita.
Le fattorie raccontano
storie di antichi coloni bianchi,
tempi in cui le vacche
lasciavano un'orma più profonda di ora.
Terra rossa,
ferro e sangue
per difendere pretese e diritti,
privilegi e virtù.
L'arte è il segno
di una esistenza bella,
se poi si eleva a Dio
si profuma di Mistero e si eterna.
Sento il respiro dei primi missionari,
uomini colmi di eros,
che fecero della paura la loro amante perfetta.
Sarà un gioco, ma la Natura e le donne
procedono di pari passo
in bellezza e sensualità.
Mandria di vacche
Guendalino
Conosco Guendalino, autista di mototaxi, che mi porta in giro, fuori dal paesino, a vedere le piantagioni di Banane. Paesaggio con un rosso e un verde, che ora capisco perchè questi due colori sono presenti in molte bandiere di paesi latinoamericani. Il Paraguay è abbastanza vicino, deve essere un posto magnifico e poco conosciuto ancora. Prossimo giro si va in Paraguay. Sto leggendo un libro su quel paese: la rivoluzione in bicicletta. Ottima lettura per chi ama questa parte di mondo.
Concepcion, corazon de la Chiquitania.
Adesso ancora di più mi rivedo dentro il film MISSION. Il film lo hanno girato a 100 Km da qui, in Paraguay. Ma la storia era ambientata da queste parti, terra allora contesa tra spagnoli e portoghesi con la Chiesa POTERE che se ne fregava dello sfruttamento degli indios e della terra. Sento i brividi, rivedo il coraggio di quei missionari e mi piace pensare che qui la terra sia così rossa perchè impregnata dal sangue del loro sacrificio.
A sera si odono versi di animali che manco Piero Angela conosce. Cielo che insieme è stellato e con la luna piena. Ai miei figli regalerò solo viaggi!
Concepcion, corazon de la Chiquitania.
Arriviamo a Concepcion. Qui tutto il paesino ha conservato l'architettura gesuitica. Mi sembra di entrare in un film, anzi in un romanzo storico. I paesaggi i ricordano "L'amore ai tempi del colera". Il desiderio di fermarmi qua aumenta. Stefano lo capisce, mi prende sotto braccio e ridendo mi dice che il vescovo locale ha chiesto all'Operazione Mato Grosso di venire ad aprire una fabbrica dei nostri mobili qua. Lo mando a cagare...
Siesta de la tarde.
Prima di ripartire alla volta di Concepcion, cuore vero della Chiquitania, mi concedo un lusso che non mi concedevo da tempo, forse anche per pudore. Mi corico su una panchina e prendo sonno, anzi pennica. La cosa mi fa tornare indietro nel tempo...le estati della infanzia e dell'adolescenza in Molise, a Cantalupo nel Sannio, dormire dopo pranzo all'ombra di un albero che ti ripara dai 30 gradi e ti avverte dell'arrivo della brezza.
San Javier - Chiquitania.
Di fronte alla chiesa una piazza che ti riporta indietro nel tempo, con un sole che mi ricorda la mia Puglia e una brezza di un mare troppo lontano. Me la immagino due o tre secoli prima, coi lampioncini a candela o a olio. Pace bellezza e serenità. Il modo di camminare delle ragazze è pura poesia. Qui non esistono palestre, nè estetisti, la bellezza piove dal Cielo ogni giorno e posto per chi si vorrebbe arricchire vendendo promesse di bellezza eterna non ce ne sta. Sarebbe come andare a vendere il fuoco a casa del diavolo. Mi ci vedrei davvero in un posto del genere. E più sale il desiderio di vivere in questo piccolo paradiso, igualmente sale la paura di rientrare nel purgatorio foggiano.
San Javier - Chiquitania.
Arriviamo a San Javier, primo avamposto nella regione conosciuta come Chiquitania. Qui inizia l'architettura chiquitana, eredità dei gesuiti che nei secoli 17.mo e 18.mo esplorarono queste zone sconosciute a spagnoli e portoghesi. Colonne altissime, con intarsi passionali, non un metro quadrato lasciato senza il bacio dell'arte. Quando crei qualcosa e questa cosa battezza uno stile nuovo, allora quella cosa è per sempre. I gesuiti di quel tempo dovevano avere un Eros pari agli dei dell'Olimpo. E della Paura ne facevano la loro amante preferita.
In questa area nacque il mito di quei Gesuiti che diedero ispirazione al film Mission. da qui vennero cacciati perchè di ostacolo al traffico degli schiavi, alla ricerca dell'oro e alla deforestazione disumana.
I lustrascarpe di Santa Cruz.
Nella piazza centrale di Santa Cruz sono in ogni angolo, meno ansiosi e invadenti di quelli più giovani di La Paz. Qui anche se hai l'infradito ti viene voglia di farti lustrare da loro, anche solo per sentire l'odore delle loro creme, per parlare con loro (mamma mia che chiacchiera che hanno), per sentir parlare male del Governo centrale e del loro desiderio di autonomia dal resto della Bolivia o dei personaggi importanti, spesso militari, a i cui piedi si sono dignitosamente inchinati.
Frontiera te quiero.
Incrocio, da una parte si va verso Santa Cruz, dall'altra verso Trinidad. Come dire da una parte si gira verso il Brasile, dall'altra si scende giù in Paraguay. il post è una pura mescolanza di colori, profumi, razze, tratti somatici. Una natura e una umanità che raccontano in silenzio, che ispirano. Ora capisco perchè sono stato sempre attratto dagli scrittori sudamericani, ora capisco perchè hanno una marcia in più quando scrivono.
Viaggiare in Bolivia.
Il mezzo più comune in Bolivia è l'autobus, visto che binari ferroviari manco a parlarne e gli aerei hanno costi non accessibili a gran parte della popolazione. I viaggi in bus sono tremendi, con ore di viaggio incredibili, All'andata 25 ore di bus, al ritorno 29 ore. L'autista carica chiunque e qualunque cosa, e così c'è chi dorme per terra steso nel corridoio, chi fa in silenzio ore di viaggio in piedi come stesse in metropolitana, e chi approfitta per stendere i panni appena lavati a una fonte durante una sosta.
Mangiare in Bolivia.
Durante il viaggio ci si ferma in un postaccio a mangiare un pezzo di pollo e un riso disgustoso. ma forse il riso è buono, è che io sono abituato troppo bene, o più semplicemente non ho fame, quella fame che non ti fa vergognare di fiondarti su un piatto messo in parte e afferrarne gli avanzi, spiando che nessuno ti veda. A te niño, che hai pulito il mio piatto, io chiedo di perdonare me e i miei fratelli dell'occidente per tutto il mangiare che ogni giorno buttiamo con leggerezza nella spazzatura.
Paseo de promocion
I ragazzi della scuola di Carabuco che il 10 dicembre festeggiano la promozione, meritano una gita di promozione.Scegliamo Santa Cruz de la Sierra, al sud, nota per la bellezza delle sue cittadine. Una bella sfida per i nostri ragazzi che hanno vissuto sei anni rigidamente nella nostra casa di Don Bosco. Coi loro ormoni ci puoi puoi fare il giocoliere da circo. Fanno fatica a rendersi conto, loro ragazzi delle zone più rurali dell'altipiano. Santa Cruz è la città più ricca di Bolivia, e dove c'è tanta ricchezza, c'è gente costretta a vivere ai margini di una strada.
Non ci posso credere, è davvero lui!
Avevo 13 anni, frequentavo la terza media, quando LUIS MIGUEL, messicano di mamma italiana, cantava a Sanremo SIAMO RAGAZZI DI OGGI. Ora è un divo in sud-america ed è in tour in Bolivia. Nun ce se crede aò
Tutti giù per terra
le cose più belle si fanno per terra, dove la semplicità rende onore alla gravità. Provate a dire a dei ragazzi in Italia di stendersi per terra e disegnare la Natività di Gesù. Dopo due minuti i genitori ti denuncerebbero, e i loro figli si perderebbero la goduria di stendersi al suolo. Dicono che per vedere bene una cosa devi salire su una cima. Vero, ma il profumo della terra, il suo colore e la sua forma la avverti solo se ti inchini e ci fai l'amore.
Il silenzio degli innocenti...tris
e poi arriva il pasto dei poveri, la sopa! Di lui non si sa il nome, nè dove abiti, forse è qui solo di passaggio. Mangia, restituisce il piatto più pulito di come potrebbe una lavastoviglie. Ringrazia con un inchino e uno sguardo che mette angoscia. Rigoverna il peso sulle spalle, guadagna una angolatura aereodinamica in avanti, comanda al cappello di sitemarsi fronte sole. Via, chissà dove, chissà come, chissà per chè.
Il silenzio degli innocenti...bis
Ore di cammino per un piatto di minestra, bollente. Nell'attesa l'immancabile bustina verde con le foglie di coca, per smaltire la stanchezza del cammino e regalare pazienza alla fame e alla sete. Senza dire una parola, in attesa che le attività dell'oratorio finiscano, seduto in silenzio per un piatto con brodo, patate, verdure e legumi vari. Forse anche per stare in compagnia, per vedere i bambini che giocano. Senza un sorriso, solo uno sguardo infinito, e rughe che in Italia ci vogliono tre vite e sette volti per raccoglierle tutte. Forse anche una trilogia per raccontarle.
martedì 2 novembre 2010
Il silenzio degli innocenti
la domenica è il giorno in cui tanti anziani lasciano i campi e vengono nella missione di Carabuco: alcuni chiedono aiuto, altri,come questo distinto campesino, chiedono di vendere un po' dei loro pochi e poveri prodotti (uova,ortaggi, legna), in cambio di farina, pane, riso, pasta. Mi sembra di andare indietro nel tempo, una semplicità ormai persa...forse.
RUTA DE LA MUERTE
RUTA DE LA MUERTE
RUTA DE LA MUERTE
martedì 28 settembre 2010
Nutella!
quando siamo in Italia
ti vedo sempre e non ti faccio caso
ma qua in Bolivia
capisco quanto sei importante per me.
E' così, le persone come te,
si sentono dentro
quando non le possiamo avere.
e ti vedo ogni mattina
sui musi dei piccoli Nico e Daniele
beati loro, così beati
che mo' ho capito perchè Gesù diceva
che bisogna tornare bambini.
Io vorrei assaggiarti di nascosto,
il problema è che ho la barba,
e stamattina proprio la mia barba
mi ha tradito.
Di certe ragazze belle
si dice che sono bone come la Nutella
ma almeno se hai le barba e le baci
nessuno se ne accorge.
Nutella cara, Nutella bella,
ti voglio bene come a una sorella
e ti prometto che d'ora in poi
non saremo più soli,
solo io, te
e uno specchio per non farmi sgamare.
giovedì 9 settembre 2010
Gran finale..missione compiuta!
senza freni
senza problemi
neanche un calcolo,
perchè la fatica è cosa di cuore
prima ancora che di polmoni.
un fidanzamento di vento e sudore, polvere e sole
sulle note di sconosciuti volatili.
Di lagune ce ne sono tante
la più bella è colei che ti lega a sè
col filo del ricordo.
Salgono le colonne, avanza il muro,
corre il fiato, tremano le ginocchia
e lei, la laguna, sempre lì
ferma, serena, docile compagna
di questo sogno chiamato Carità.
mercoledì 8 settembre 2010
Sveglia all'alba.
Alle 6 sveglia e andiamo in cappella, leggiamo una lettera di Damiano. Dura concreta, va molto a fondo sula vita persa dietro alle cose futili del mondo che illudono solo. Colazione veloce e si sale sino ai 3.500.
Giornata da estate italiana (del sud!!!) C'è molta allegria, come sempre quando si lavora duro per un ideale alto.
Io faccio cemento, riempio le carriole.
Le ragazze dell'OMG
Le ragazze dell'OMG
martedì 7 settembre 2010
Campo di lavoro a Wayapacha.
Altra notte di viaggio, le missioni si reggono coi soldi dei nostri amici dei gruppi in Italia e non sarebbe giusto spenderli per la comodità dell'aereo. Stefano poi, da Cochabamba a Wayapacha, 2 ore di viaggio, viaggia nel bagagliaio di una station wagon. In auto siamo in 7, qui il concetto di trasporto è un po' diverso.
E' il campo di lavoro per ricordare Damiano, un ragazzo italiano dell'OMG che perse la vita qui alcuni anni fa. Costruiremo un rifugio in una laguna ad alta quota, per turisti e per le gite dei vari oratori. Ci saranno quasi tutti gli italiani dell'OMG in Bolivia.
Arriviamo un po' prima degli altri, e approfitto per fare un giro nel campo, a rubare foto. La mia guida é Giacomo, 4 anni, figlio di Ricky ed Erika, la coppia di Wayapacha.....
Poesia per Giacomino di Wayapacha.
biondo, giocoso, figlio del mondo da 4 lune,
mi guida per i campi,
con il dito indice all'aria,
verso tuto ciò che è bello.
di un fiume ne fa almeno tre,
a un vitello regala confidenza,
la gente campesina lo saluta,
da lontano, come di un padrone,
che passa in rassegna i suoi averi.
lui adulto, io bambino,
sino a quando la salita verso casa,
ristabilisce le stagioni della vita,
mi salta in braccio.
Madre Natura ha gli occhi del bambino,
e oggi a Wayapacha aveva anche le gambe,
quelle di Giacomo.
Campo di lavoro a Wayapacha.
Finalmente respiro un'aria diversa da quella di La Paz, l'aria dei campi lavoro. Al pomeriggio saliamo in laguna, una cornice fantastica. In tre giorni dobbiamo tirare su le colonne portanti del rifugio e un muro maestro. La sera, come ai campi, chitarra, canti a squarciagola e il ricordo di Damiano, ragazzo dal cuore d'oro.
mercoledì 18 agosto 2010
Feria Internacional del Libro de la Paz.
Feria Internacional del Libro de la Paz.
Un pizzico di orgoglio. Seduti selle nostre sedie CUARTO DE LUNA e davanti a uno dei nostri tavolini RAYAN, da sinistra verso destra: l'ambasciatore italiano, il sindaco di La Paz, la ministra boliviana della Cultura, il presidente della Camera Boliviana del Libro. L'Italia è il paese d'onore di questa edizione e l'ambasciatore porta in dono all'inaugurazione un quartetto di voci femminili che intona canti salentini. Scherzi a parte, mi si sono gonfiati gli occhi di lacrime. Oggi la Puglia mi è mancata davvero.
Visita dei ragazzi di Carabuco.
L'emozione della prima intervista.
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