venerdì 18 giugno 2010
Finalmente Bolivia!
Mi vengono a prendere in aeroporto Diego e Domenico. Al mattino i 4mila metri di La Paz mi danno il benvenuto: un comitato d’accoglienza composto da mal di testa e senso di nausea. Ma Domenico (infermiere bresciano, che dirige da 5 anni l’ospedale di Escoma, unico nell’altipiano a dare assistenza gratuita ai poveri), aveva con sé le pillole magica contro l’altura, di quelle in uso agli alpinisti. Il respiro poi, non ne parliamo, fai due scale e pare che hai fatto la maratona di New York. Ci vorrà almeno una settimana perché il metabolismo capisca che non siamo in Puglia.
Con Domenico mi avvio alle 9 del mattino verso Escoma, circa quattro ore di viaggio. Mi emoziono a rivedere la Cordillera Blanca Boliviana, tutta oltre i 6mila. Per chi sta al livello del mare può sembrare un’altezza pazzesca, ma va detto che il mio punto di vista è da 4mila metri. Mi rendo conto che nella mia vita spesso ho sbagliato approccio alle sfide: consideravo il punto di arrivo, mentre avrei dovuto concentrarmi prima di ogni cosa sul punto di partenza. Siamo ciò da cui partiamo e solo dopo possiamo diventare ciò a cui giungiamo.
Il più imponente, eccolo là, l’ILLIMAMPU. Sembra un nonno severo che guarda che tutte le altre cime stiano bene in fila, senza perdere l’ordine. Una processione di timide nuvole si muove verso le sue punte imbiancate, gli rendono omaggio con un girotondo, quasi a guardia della sua regalità, a protezione della cima. I campesinos Aymara, gente che non ha mai studiato, ha notato bene come da dieci anni a questa parte le nevi del ghiacciaio si siano ritirate sempre più verso l’alto.
La sera mi corico sotto uno strato di ben 5 coperte. Non prima di aver dato un’occhiata al cielo trapuntato delle sorelle stelle. Eppure, sebbene con qualche cambiamento dovuto al fatto che mi trovo da questa parte dell’equatore, sono sempre loro, ce le ho sempre sopra la mia cabeza. Ma la vita di tutti i giorni mi acceca di false luci, luccicanti, accecanti, che forse non servono a nulla. O forse non abbiamo più il coraggio di alzare gli occhi al cielo, presi come siamo dal guardare dove mettiamo i piedi.
Prendo docilmente sonno, grazie al mate de coca, santa cosa.
Buenas noche.